1- Ciao Flaminia. ti chiedo di presentarti ai miei lettori

Mi chiamo Flaminia Nucci, sono psicoanalista. Mi sono diplomata alla Libera Scuola di Terapia Analitica di Milano (Li.S.T.A.), scuola di specializzazione post-universitaria, la cui attività formativa e didattica si fonda sul pensiero e la prassi clinica di Carl Gustav Jung. Ho pubblicato tre saggi, una raccolta di racconti e quattro romanzi.
Mi dedico principalmente ad indagare i rapporti tra psicoanalisi junghiana, terapie basate sull’interazione tra Uomo e animale, tecniche sciamaniche di guarigione, poesia, letteratura e mito.
Ho partecipato a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche, per Rete4, Tgcom24, Sky, Radiotelevisione Svizzera, Radio Popolare, Rai Radio 1 e 2. Ho collaborato e collaboro con diverse riviste, quotidiani e blog. Sono nata a Roma, ma vivo e lavoro a Milano.
2- Quando è iniziata la tua passione per la scrittura?
Ho cominciato scrivendo tre saggi inerenti al mio lavoro, poi, un giorno, un’analizzanda mi regala un libriccino intitolato Un gatto per Natale. Si trattava di un semplice racconto, ma mi ha commosso e ispirato a tal punto, da spingermi a scrivere un primo libro di racconti, pubblicati i quali, mi sono lanciata nel primo romanzo e poi ci ho preso gusto.
Nei miei libri il tema dell’inconscio e dei sogni è sempre molto presente. Penso che un libro, se letto da molte persone, si trasformi in un sogno collettivo. Ecco, io scrivo per condividere un sogno, per dare vita, insieme ai lettori, ad un grande sogno collettivo.
3- Parlaci del tuo romanzo/dei tuoi romanzi
Il sipario sui sogni è il terzo romanzo di una trilogia sul sogno: non si tratta di libri collegati tra loro, come fossero puntate televisive, si possono leggere autonomamente, ma hanno tutti il sogno e le connessioni psichiche come tema di fondo.
La visione junghiana della psiche non è cartesiana: essa è misteriosa, numinosa, insondabile, ed è il luogo dei fenomeni sincronistici, della precognizione, dei viaggi sciamanici, della telepatia, delle esperienze di pre-morte e dei viaggi fuori dal corpo. In fondo, psiche e cosmo sono la stessa cosa, considerati e sperimentati sotto aspetti diversi. Siamo tutti collegati intrapsichicamente, in virtù dell’inconscio collettivo, il contesto supremo in cui avvengono tutte le esperienze.
Per comprendere appieno questo concetto, bisogna immaginare che la psiche di tutti noi si sovrapponga e si compenetri, come i cerchi del diagramma di Venn: a loro volta, tutti i nostri cerchi sono compresi dentro un cerchio più grande, l’inconscio collettivo, appunto. Allora sarà possibile, come avviene ne La stagione dei sogni incrociati, La chiave del tempo e Il sipario sui sogni, entrare nella psiche di un’altra persona o, per meglio dire, sintonizzarsi con la sua psiche tramite un sogno o uno stato alterato di coscienza.
In particolare, ne Il sipario sui sogni, Frida Falk, psicanalista junghiana, si trova ad affrontare un dilemma, che le pone Magnus Ström, rappresentante del Movimento Liberi Sognatori. Questo il quesito: “Se lei sapesse che il nostro mondo e tutte le cose in esso contenute sono proiezioni provenienti da un livello di realtà al di là dello spazio e del tempo; e se sapesse che persone molto infelici possono ritrovare la felicità, spostandosi da un livello ad un altro, lei non le aiuterebbe?”. Frida entra dunque in contatto con quattro pazienti che hanno bisogno del suo aiuto per transitare da un livello di realtà all’altro. Quattro storie di perdita: una madre che ha perso una bambina, un anziano pittore privato della vista, un ragazzo transessuale orfano della propria identità e un profugo nigeriano, la cui capacità di vivere sembra essere annegata insieme ai suoi sventurati compagni di viaggio. Ma se trovare la felicità nei sogni equivalesse a perdere la vita? E se aiutare quattro persone a ritrovare ciò che hanno perduto significasse per Frida smarrire se stessa?

4- Come hai avuto l’ispirazione del tuo romanzo/dei tuoi romanzi?
Sicuramente la mia formazione e la mia professione mi influenzano molto, ma fondamentalmente i miei romanzi sono frutto della mia fantasia.
5- Cos’hai provato la prima volta che hai avuto un tuo romanzo fra le mani?
La prima pubblicazione è sempre molto emozionante. Nel mio caso si è trattato di un saggio di psicoanalisi. Per un professionista, un lavoro che viene valutato positivamente da un comitato scientifico, al punto da essere pubblicato, corrisponde a una vera e propria consacrazione.
I romanzi sono arrivati dopo, ma non sono stati meno importanti. Nella narrativa è maggiormente presente l’anima dello scrittore: è come se i romanzi fossero dunque un po’ parte di me, come fossero lo specchio della mia anima.
6- Raccontaci del tuo stile di scrittura e quale genere letterario preferisci per il tuo romanzo/i tuoi romanzi.
Credo di avere uno stile piuttosto moderno, scorrevole, asciutto, ma trascinante e a tratti poetico. Come dicevo, nelle mie narrazioni, è sempre presente il tema dei sogni e delle connessioni psichiche: non saprei definire il genere, forse è un genere un po’ nuovo. Con un po’ di fantasia, potremmo definirlo “meta-psichico”, in ogni caso si tratta di storie di vita reale e vita interiore, che si intrecciano le une con le altre.
7- Chi è il tuo scrittore preferito? Perché?
Ce ne sono diversi, ma forse, per genere e argomenti trattati, i miei preferiti sono Murakami e Yalom: entrambi parlano di psiche e di inconscio. Murakami anche di mistero.
8- Hai altre passioni?
Sicuramente la musica: da bambina e da adolescente suonavo il violino, da adulta ho approcciato la chitarra perché mi piace cantare e ora sto studiando anche un po’ il pianoforte. Soprattutto, però, mi dedico all’ascolto: vado spesso ai concerti, anche di musica classica. Adoro la musica dal vivo.
9- Puoi svelarci i tuoi progetti letterari futuri?
Ho appena finito di scrivere un nuovo romanzo in cui la protagonista sarà coinvolta in una corsa contro il tempo per salvare l’umanità e il mondo. Vorrei pubblicarlo nel prossimo futuro.
10- Vuoi aggiungere qualcosa?
Il tuo sito web/blog: flaminianucci.it
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